Una giovane di 29 anni con una vita piena di progetti, Michela Andretta, è morta in circostanze tragiche durante un intervento chirurgico di routine.
Ancora una giovane vita spezzata in maniera fatale e ancora una volta ora si rincorrono le responsabilità di chi – anziché fare di tutto per rendere perfetta un’operazione di routine – a detta dei familiari della vittima, avrebbe compiuto delle negligenze. La giovane donna che è rimasta uccisa in questa tragedia doveva rimuovere un angioma all’orecchio sinistro presso una clinica privata a Roma.
Si tratta, come noto, di formazioni benigne, per la stragrande maggioranza dei casi innocue, e che si formano alla nascita, oppure compaiono dopo. Possono manifestarsi come macchie rosse che diventano spugnose e possono crescere fino a otto centimetri di diametro. In alcuni casi, possono compromettere i vasi ed essere pericolosi, ma appunto sono quasi sempre controllabili o destinati a scomparire.
La tragica morte di Michela Andretta: cosa è successo in sala operatoria
Per un angioma aveva scelto di operarsi Michela Andretta, una ragazza di soli 29 anni, con una vita piena di progetti, ma a quanto pare non tutto è andato come previsto. Nei giorni scorsi, vi abbiamo dato notizia di un’altra giovanissima morta, in quel caso per un tumore. Vi abbiamo anche parlato della tremenda morte di Chiara Bassutti, di soli 26 anni.
Purtroppo, quando una giovane vita viene spezzata, ci si interroga spesso sulle cause, non sempre ci sono purtroppo ragioni, ma può anche accadere – come accennato sopra – che ci siano responsabilità. Per questo, la famiglia di Michela Andretta vuole vederci chiaro. Non è possibile, sostengono loro, che una ragazza muoia per un intervento banale e di routine come la rimozione di un angioma.
L’operazione era iniziata intorno a mezzogiorno, ma poche ore dopo il personale medico ha comunicato ai genitori e al compagno della giovane donna, esperta in laminazione delle ciglia, la devastante notizia del suo decesso per arresto cardiaco. Cosa sia accaduto in sala operatoria è quello su cui si dovrà indagare, ma i familiari affermano che Michela era sempre stata sana e piena di vita, senza patologie pregresse.
La Procura ha aperto un’indagine, anche se al momento non ci sono indagati, dopo la denuncia del compagno di Michela Andretta, che giustamente non si rassegna a una morte di questo tipo. Dall’autopsia, potrebbero arrivare le prime risposte, anche se occorrerà del tempo per chiarire se la giovane sia morta per una patologia non rilevata, uno shock o un errore medico, come evidenzia l’avvocato di famiglia.