Quali permessi spettano al padre lavoratore? Ecco tutti quelli concessi dalla legge

La mamma e il papà non sono la stessa cosa, chiaramente, e per la legge questo è chiaro: ecco le differenze sui permessi.

Quando un bimbo nasce ha bisogno di determinate cure ed è soprattutto la mamma che se ne occupa, per motivi anche legati all’allattamento. La legge italiana però prevede dei permessi anche per il padre lavoratore: ecco quali sono i congedi che spettano al padre che lavora.

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Quali permessi spettano al padre lavoratore – Fiorenzaoggi.it

Quando nasce un figlio in casa avviene una vera e propria rivoluzione e questa coinvolge entrambi i genitori. Di solito è la mamma a doversi prendere cura maggiormente del neonato, soprattutto nei primissimi mesi di vita, e se allatta al seno. Anche il padre in ogni caso può aiutare e ha diritto a una serie di permessi: ecco quali sono.

Il papà lavoratore e i permessi in caso di congedo paternità: cosa dice la legge

Il padre, proprio come la mamma, è una figura importantissima per la famiglia. Con il tempo, anche agli occhi delle normative, ha acquisito sempre maggior rilievo in merito agli strumenti per la tutela del diritto alla genitorialità. Su tutti c’è sicuramente il congedo di paternità obbligatorio, salito a 10 giorni, che consente ai padri di dedicarsi alla famiglia, e in particolare ai figli. I giorni salgono a 20 se il parto è plurimo. 

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Ecco tutti i permessi concessi ai padri dalla legge – Fiorenaoggi.it

Ne può usufruire anche in forma non continuativa, ma frazionandolo in ore e giorni nel periodo dei 2 mesi prima dalla nascita del bambino e fino ai 5 mesi successivi. Questa prestazione è sicuramente la più vantaggiosa perché spetta il 100% della retribuzione e quindi non ci sono svantaggi in busta paga. La domanda va inoltrata al datore di lavoro in forma scritta, 5 giorni prima di quando si pensa si possa usufruire del congedo.

Anche ai papà, come alle mamme, spetta poi il congedo parentale per un totale di 7 mesi di cui godere entro il compimenti dei 12 anni del figlio. Il congedo non può superare i 10 mesi ed è retribuito al 30%, entro il limite di 9 mensilità di cui al massimo 6 per genitore. Per i genitori che hanno fatto rientro dal congedo obbligatorio nel 2023, il primo mese è stato indennizzato all’80% mentre per chi rientra nel 2024 questa indennità maggiorata spetta per i primi due mesi.

Anche il padre può richiedere l’allattamento, così chiamato tecnicamente ma in realtà indica il tempo che bisogna dedica al figlio o alla figlia. Si tratta di riposi orari di 2 ore al giorno per il full time e di 1 ora per il part time. Questi permessi sono retribuiti al 100%. Le mamme hanno diritto anche al congedo per la malattia del figlio che però non è retribuito. 

Anche i padri ne possono fruire e fino ai 3 anni del bambini non ci sono limiti, a patto che i genitori si assentino alternativamente. Tra i 3 e gli 8 anni invece ciascun genitore può assentarsi al massimo per 5 giorni.

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