L’uso dell’Intelligenza Artificiale si allarga anche alla politica: polemica su centinaia di emendamenti contestati.
Con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale, molti si sono fatti prendere la mano. Ci sono esempi in molti i settori in cui la tecnologia IA ha letteralmente preso il comando, lavorando al posto degli esseri umani: dal giornalismo al mondo della musica, dall’editoria alla contabilità.
Non c’è da meravigliarsi se questa diabolica invenzione è approdata anche nelle “stanze del potere”, dove di fatto si creano le leggi. Piuttosto che destare meraviglia, il fatto ha sollevato un polverone. Lo sanno bene i canadesi che hanno assistito a una diatriba tra liberali e conservatori proprio a causa dell’IA.
Intelligenza Artificiale in politica, il confronto scontro in Canada
La notizia è apparsa sul forum slashdot.org, facendo riflettere su quella che è sempre di più una questione scottante e delicata, ma soprattutto urgente, su cui intervenire con regole precise. Poco tempo fa il Parlamento Europeo ha varato una legge storica sull’intelligenza artificiale (IA), delineando un quadro normativo che dovrebbe garantire sicurezza, rispetto dei diritti fondamentali e promozione dell’innovazione. Ma in Canada a quanto pare si respira un’altra aria.
Su slashdot.org si legge che “i membri del Parlamento canadese voteranno per un massimo di 15 ore consecutive giovedì e venerdì su oltre 200 emendamenti conservatori alla legge governativa sul lavoro sostenibile. Gli emendamenti sono ciò che resta di quasi 20.000 modifiche proposte dai conservatori al disegno di legge C-50 lo scorso autunno in una commissione della Camera dei Comuni. I liberali ora sostengono che i conservatori abbiano presentato gli emendamenti utilizzando l’intelligenza artificiale per intralciare l’agenda del governo. I conservatori negano questa accusa.”
Ma siamo sicuri che nessun altro politico al mondo abbia utilizzato l’Intelligenza Artificiale per scrivere leggi? Come si legge su lagazzettadeglientilocali.it, Guzyal Hill, docente presso la Charles Darwin University in Australia, affronta il tema: l’IA e il suo possibile ruolo nella scrittura delle leggi. Nel suo recente saggio, Hill conclude che al momento l’IA non è in grado di redigere autonomamente le leggi, ma apre la porta a nuove opportunità nel contesto legislativo.
Sebbene l’IA attualmente non possa sostituire completamente il lavoro parlamentare, offre vantaggi significativi per migliorarne l’efficacia ed efficienza. Ad esempio, i sistemi di IA possono già analizzare grandi quantità di documenti, identificando informazioni rilevanti per il lavoro legislativo. Inoltre, l’IA può assistere i parlamentari nel formulare proposte basate su dati ed evidenze.
Questo suggerisce che, sebbene l’IA non sia pronta a prendere il posto dei legislatori umani, può integrarsi nel processo legislativo, facilitando l’accesso alle informazioni e supportando la formulazione di politiche basate su evidenze. Tuttavia, resta da vedere come questa tecnologia sarà implementata e regolamentata per garantire un uso etico e responsabile nel contesto legislativo.