Piero Pelù, processo alla Rai: “Mancanza di rispetto”, bufera sul Concertone

L’esibizione di Piero Pelù al Concertone del Primo Maggio ha fatto scattare una serie di nuove polemiche contro la Rai.

Piero Pelù Concertone
Piero Pelù sul palco del Concertone (Fiorenzaoggi.it)

Anche quest’anno, il Concertone del Primo Maggio a Roma è oggetto di discussione e come sempre sono gli artisti a essere al centro dell’attenzione per alcuni interventi e non solo. Partiamo dal pomeriggio, quando l’inedito di Morgan si presenta come una stilettata contro le etichette discografiche e in generale l’attuale panorama musicale. Va detto che anche lui ha accettato di essere lì.

In serata, invece, arriva il “grosso” delle polemiche, legato in particolare alle esibizioni del “solito” Dargen D’Amico, che dopo aver fatto discutere al Festival di Sanremo ironizza su un possibile trasloco della diretta del Concertone da Raitre a Nove, il prossimo anno. Per dovere di cronaca, questa non sembra un’ipotesi oggi oggetto di discussione ai vertici Rai.

Le polemiche contro la Rai: cosa è successo a Piero Pelù

Piero Pelù
Piero Pelù a inizio esibizione (Fiorenzaoggi.it)

Ci pensa poi la bandiera palestinese sul palco insieme a Cosmo, il cantautore di musica elettronica, che tira fuori il vessillo mentre intona la sua “Tristan Zarra”, a fare il resto. Ma oltre alle polemiche provocate dagli artisti, ci sono anche le polemiche sugli artisti e in particolare su quelli tagliati: lo stesso Morgan prima del telegiornale delle 19:00, ma l’ex leader dei Bluvertigo ha glissato sul tema, e Piero Pelù.

Il cantautore toscano, frontman dei Litfiba, è stato chiamato a chiudere una giornata davvero intensa, che era iniziata con la dedica a Ernesto Assante, ma come puntualmente accade ogni anno, a tarda sera la diretta televisiva è sfumata. In sostanza, Piero Pelù si è esibito non solo in un Circo Massimo in gran parte svuotato, anche perché il pubblico era lì per Geolier e Ultimo in primis, ma anche senza andare in onda in tv.

Così, su X si è scatenata la caccia ai responsabili dell’affronto a un artista da una carriera pluridecennale come il leader dei Litfiba: “Mentre un cantante canta e tu interrompi la diretta, mi da fastidio, la trovo una mancanza di rispetto”, scrive qualcuno e i messaggi sono centinaia e tutti dello stesso tenore e contenuto. Ci sono precedenti eclatanti, come quelli dei Negramaro e dei Modena City Ramblers.

I primi erano agli esordi e uno dei gruppi di punta nel 2005, ma si esibirono in concomitanza col Tg3 delle 19, uguale sorta per i Modena City Ramblers e la Rai che taglia “Bella Ciao”. Anche stavolta, nel caso di Piero Pelù, si fa notare che sarebbe stato censurato su un pezzo politico come “Il mio nome è mai più”, un brano fortemente antimilitarista che il cantante incise con Jovanotti e Ligabue.

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