Un brutto guaio per Piero Fassino, denunciato per furto dopo essere stato “scoperto” al duty free dell’aeroporto di Fiumicino.
Alzino la mano quanti di voi ricordano Piero Fassino: oggi parlamentare del Partito Democratico, ex sindaco di Torino fino al 2016, quando venne battuto al ballottaggio da Chiara Appendino del Movimento 5 Stelle, è stato a lungo di fatto il principale leader dell’opposizione al governo Berlusconi. Infatti, Fassino venne eletto il segretario DS nel 2001, subito dopo che il leader di Forza Italia divenne premier.
Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta e Piero Fassino è stato nel 2007 tra coloro che maggiormente contribuirono alla nascita del Partito Democratico. Più volte anche ministro e sottosegretario nei vari governi di centrosinistra, a partire da quello presieduto da Massimo D’Alema, Fassino si trova ora davanti a una vicenda che ha dell’incredibile.
Accusato di aver rubato un profumo in un duty free: Piero Fassino finisce nei guai
Una vicenda che viene ricostruita dal Fatto Quotidiano oggi in edicola e rilanciata dai principali media nazionali: siamo al duty free dell’aeroporto di Fiumicino e mentre l’ex sindaco di Torino passa alle casse, scatta l’allarme antifurto. Qui si aprono due versioni di come siano andati i fatti: il deputato evidenzia che quello che è accaduto sarebbe stato solo un malinteso.
Mentre era al telefono, con il trolley in una mano e il cellulare nell’altra, ha appoggiato una confezione di un profumo nella tasca del giaccone in attesa di recarsi alle casse: il suo intento era quello di regalarlo alla moglie, ma pare che il gesto sia stato notato da un agente della sicurezza interna privata, il quale ha segnalato l’episodio alla Polizia, prontamente intervenuta per fermare Fassino.
Il deputato, da parte sua, avrebbe spiegato di essersi allontanato oltre le casse, ma per una distrazione: fatto sta che, una volta “scoperto”, si sarebbe offerto di pagare il prodotto e acquistarne addirittura due. Per lui era tutto un malinteso, un equivoco ed evidentemente non c’era da parte sua alcuna volontà di sottrarre la merce rubata. Non l’hanno pensata evidentemente così invece i vigilantes.
I quali, infatti, hanno revisionato le registrazioni delle telecamere di sorveglianza e hanno concluso che si trattava di un furto. Da parte della società Aelia Lagardère, che gestisce il duty free, le bocche sono cucite, ma il pasticciaccio è stato di fatto compiuto e comunque siano andate le cose – noi crediamo chiaramente nella buonafede del politico – Piero Fassino non ci ha fatto una bella figura.