Mai scrivere queste parole su WhatsApp: pochi lo sanno, il rischio é altissimo

Attenzione alle parole che si utilizzano su WhatsApp; c’è una sorta di vocabolario da non utilizzare per evitare di incappare in un reato che può anche costare caro.

whatsapp si possono commettere reati anche scrivendo sull'app
Scrivere un messaggio su WhastApp può rivelarsi più pericoloso di quanto si passa immaginare (FiorenzaOggi.it)

È l’app di messaggistica istantanea più utilizzata al mondo; sono circa 33 milioni gli utenti di WhatsApp in giro sparsi per il globo che possono anche solo dare un’idea dell’infinità di messaggi, foto gif e quant’altro inviate a suo mezzo -e il lavoro attuale di Meta, l’azienda che la possiede, è nella direzione di implementare e semplificare l’utilizzo dell’AI all’interno dell’applicazione rendendo l’esperienza di utilizzo ancora più versatile.

Dati che appunto possono solo dare un po’la quadra sulla situazione e sull’utilizzo dell’applicazione. Quello però che sicuramente molti utenti non prendono in considerazione è che, come mezzo di diffusione, anche attraverso WhatsApp si possono commettere reati, semplicemente utilizzando delle parole piuttosto che altre.

Diffamazione e minacce a mezzo WhatsApp, attenzione a quello che si scrive e come lo si fa

minacce e diffamazione tramite whatsapp cosa sapere
I messaggi scritti su WhatsApp possono configurarsi come illeciti o reati (FiorenzaOggi.it)

Determinati tipi di parole o frasi, così come il tono sottointeso dal loro utilizzo, utilizzate su WhatsApp possono configurarsi come un reato penale o quanto meno un illecito. A fare scuola è tutta la giurisprudenza in materia di diffamazione, minacce e ingiuria.

La legge italiana, infatti, considera questi come reati che possono compiersi anche attraverso il solo utilizzo di una parola e in una sola occasione. A differenza dello stalking, per esempio, che per configurarsi come tale ha bisogno di una certa ripetitività nelle azioni moleste, con la diffamazione, le minacce o l’ingiuria basta anche un solo episodio per poter essere denunciati. A tutto questo può poi aggiungersi l’aggravante della presenza di altre persone, anche se si tratta di una presenza virtuale come può essere una chat di gruppo. Il concetto è che più si amplia la platea che può leggere i messaggio che lede la reputazione della persona più il reato si aggrava.

Per quanto si voglia provare a creare un vero e proprio vocabolario che definisca dettagliatamente quali sono le parole da non scrivere nelle chat di WhatsApp (così come in ogni altra app di messaggistica, ndr) per evitare i reati sopraindicati, in realtà non è possibile. Questo perché nel sistema giuridico nostrano le parole sono neutri e quindi per definire il reato contano soprattutto le intenzioni di chi lo commette, le circostanze e il contesto e l’opinione della collettività e, soprattutto, che la persona presa di mira sia chiaramente identificabile.

Si potrebbe pensare di andare per classi di parole; nel senso, si potrebbe pensare che l’utilizzo delle parolacce sia di per sé una configurazione di reato in quanto utilizzate per denigrare una persona. In realtà non è così, perché si possono utilizzare anche in tono scherzoso, come appellativo verso un amico/a di vecchia data. Quindi che fare? È bene stare sempre attenti e ponderare bene l’utilizzo delle parole qualora si intraprenda una discussione su WhatsApp.

Cosa si rischia con i reati a mezzo WhatsApp

La diffamazione è disciplinata dall’art. 595 del Codice penale ed è quello che bisogna far riferimento; questo stabilisce fino ad 1 anno di reclusione o una multa fino a 1.32 euro, con pene che aumentano nel caso della diffusione a mezzo stampa, sui la Cassazione fa rientrare anche i gruppi WhatsApp.

L’ingiuria è oggi considerata un illecito civile ed è punito al massimo con una sanzione dai 100 agli 8mila euro, che può salire fino a 12mila euro se l’attribuzione del fatto avviene in presenza di altre persone. Infine le minacce, più o meno esplicite che siano, per le quali è prevista una multa di 1.32 euro salvo aggravanti. In tutti questi casi, le vittime possono anche richiedere un risarcimento del danno patito, le cui somme sono decise dai giudici secondo tabelle bene precise che tengono conto delle diverse circostanze in cui avviene l’illecito.

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