Emma Marrazzo, la mamma di Luana D’Orazio, operaia morta in fabbrica a soli 22 anni, ha rivelato quello che ha visto del corpo della figlia.
Il Primo Maggio 2024, ancora una volta, pone l’accento sulle morti bianche, ovvero su quelle persone che trovano la morte nella loro quotidianità, sul posto di lavoro. Ogni anno, l’elenco è lungo e i primi dati di quello in corso segnano un incremento del 6,3% degli incidenti sui luoghi di lavoro. Nel 2023, secondo Inail, complessivamente sono state 1.041 le denunce di morti bianche: tre morti al giorno, a conti fatti.
Qualcuno – negli anni – ha definito quella per la sicurezza sui posti di lavoro una battaglia campale e di conseguenza le tragiche conseguenze degli incidenti, troppe volte mortali, come una guerra a bassa intensità. Secondo alcuni dati, un quarto degli infortuni sul lavoro riguarda la popolazione straniera residente nel nostro Paese, percentuale che aumenta arrivando al 33% se si parla esclusivamente di incidenti mortali.
In memoria di Luana D’Orazio: la madre vuole la legge sull’omicidio sui posti lavoro
Mentre si discute se sia giusto oppure no tenere aperti i supermercati in giornate come il 25 Aprile o il Primo Maggio, insomma, nel nostro Paese si continua a morire di lavoro e una delle vicende più toccanti degli ultimi anni è quella di una ragazza di soli 22 anni, mamma di un bambino di cinque, che ha trovato la morte in fabbrica appena qualche ora dopo che il nostro Paese aveva celebrato la Festa del Lavoro.
Il suo nome, negli anni, lo abbiamo imparato davvero tutti e il suo volto è stato immortalato anche in un murales dell’artista napoletano Jorit. La ragazza si chiamava Luana D’Orazio e sua mamma Emma Marrazzo non ha mai smesso di tenerne viva la memoria: lo ha fatto anche nelle ultime ore e in uno dei luoghi che più dovrebbe interessarsi alla tutela delle vite umane sui luoghi di lavoro, il Parlamento.
La donna si è infatti recata a Roma con le firme raccolte da una petizione popolare, da consegnare al Presidente del Senato, Ignazio La Russa. L’intento è quello che venga avviato l’iter e discussa l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. Si fa portavoce di queste istanze popolari il senatore del Movimento 5 Stelle, Luca Pirondini, primo firmatario di una legge che inasprisca le pene per le morti sul lavoro.
La testimonianza di Emma Marrazzo
Luana D’Orazio è morta il 3 maggio 2021, in un’azienda tessile di Montemurlo, in provincia di Prato: la sua mamma ha spiegato a ‘Repubblica’ che durante il processo ha voluto vedere le foto scattate in fabbrica dopo l’incidente: “Mia figlia sembrava un gomitolo”, ha raccontato senza alcun filtro. E ha sottolineato come le pene per i datori di lavoro di sua figlia siano state per lei insufficienti: da un anno e mezzo a due anni.
“Ai padroni non importa nulla dei morti, in loro non esiste una vera cultura del lavoro”, accusa Emma Marrazzo, che ricorda come due giorni dopo la morte della figlia, la fabbrica ha ripreso la sua attività e come lei e suo marito siano dei “sopravvissuti”, spinti ad andare avanti dal nipotino, il figlio di Luana D’Orazio, che oggi ha otto anni e che a tre anni dalla morte della sua mamma nemmeno chiede più di lei.