Il caso Bestie di Novara: cosa sappiamo finora sulla setta

Il disturbante caso delle Bestie di Novara si arricchisce sempre di più di macabri dettagli: cosa sappiamo della setta e degli accusati che ne facevano parte?

Nastro giallo polizia
Nastro giallo della polizia (Fiorenzaoggi.it)

A febbraio 2023 si è avviato a Novara il processo contro la Setta delle Bestie, un gruppo di fanatici che facevano riferimento al guru Gianni Maria Guidi, con base nella città piemontese. L’uomo, morto lo scorso 15 marzo, era stato dichiarato incapace di apparire in tribunale, ma gli accusati, che sono ben 26, dovranno rispondere delle proprie azioni.

Le accuse annoverano violenze ai danni di 20 donne, anche di tipo sessuale e anche a danno di minorenni. Lo scorso marzo, dunque, si è tenuto uno dei processi e numerosi testimoni si sono susseguiti in aula come parte dell’accusa. Stando alle indagini, infatti, l’attività della setta è andata avanti per almeno 30 anni, tra il 1990 e il 2020.

La Setta delle Bestie finisce in tribunale: le accuse sono di violenza, anche a danno di minori

Aula di tribunale
Aula di tribunale (Fiorenzaoggi.it)

Tra i tanti testimoni che si sono presentati in aula possiamo annoverare ad esempio i poliziotti che hanno svolto le indagini, gli psicologi che hanno fornito supporto alle vittime. Ma anche una donna che nel 2010 aveva denunciato il gruppo sospettando che potessero avvenire abusi nei confronti di una bambina.

Inoltre ci sono le vittime vere e proprie della setta, che hanno raccontato come le violenze avvenissero in luoghi ricorrenti e facendo uso di oggetti e strumenti sempre simili. Alcuni esempi ne sono frustini e i vestitini che le bambine indossavano per incontrare il “dottore”, vale a dire Guidi.

Testimonianze disturbanti: gli affiliati alla setta eseguivano rituali

Tra le testimonianze più disturbanti figura sicuramente quella di Giulia, che nel 2018 ha denunciato la Setta delle Bestie portando all’apertura delle indagini nei confronti del gruppo. Giulia è stata introdotta alla setta da sua zia ventenne, quando aveva solo 7 anni. Fin da subito è stata costretta a partecipare a incontri e rituali di cui già all’epoca non era molto contenta. Il tutto a casa di tale Ada, una delle figure principali della setta, oggi morta.

Le facevano togliere i vestiti e poi “quando erano tutte svestite, loro iniziavano a farsi reciproci massaggi, accarezzandosi le parti intime… e penetrarsi con falli di gomma“, ha raccontato Giulia. Inoltre c’erano delle vere e proprie regole da seguire, come in una sorta di manuale. In particolare le bambine fino a 8 anni partecipavano agli abusi senza subirli, per poi diventarne vittime a partire dagli 8 anni in poi.

Dettagli sempre più macabri: cosa hanno portato alla luce le indagini

Le indagini e i processi stanno portando alla luce dettagli sempre più disturbanti sulla setta, che prende il proprio nome dai soprannomi adottati dai fanatici, con riferimenti ad animali. Molto spesso le vittime (sempre giovani ragazze) venivano adescate in scuole di danza o centri psicologici. Di lì venivano indottrinate in luoghi gestiti da affiliati alla setta, ad esempio case editrici o erboristerie. Tutto ciò è avvenuto per decenni e in molti dovranno pagare per l’accaduto.

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