Nonostante la pioggia e il cambio di location, successo per il Concertone del Primo Maggio che però è stato segnato dal lutto.
Geolier, Mahmood, Colapesce e Dimartino, La Rappresentante di Lista, Tananai, Achille Lauro, ma anche una pietra miliare del teatro italiano come Stefano Massini e molti altri: il Concertone del Primo Maggio di Roma, organizzato insieme ai sindacati confederali, è stato ancora una volta un successo, a discapito degli anni che passano e di un meccanismo che seppur rodato, è apparso un po’ inceppato.
Promossi sicuramente gli artisti che si sono esibiti nella giornata di ieri, ma le bocciature – al netto della pioggia – sono diverse: bocciato il duo inedito di conduttori composto da Ermal Meta e Noemi, e resta anche un mistero il motivo per il quale La Guerra di Piero l’abbiamo recitata invece di cantarla; bocciata la location, il Circo Massimo, ma si tornerà già l’anno prossimo in Piazza San Giovanni.
L’omaggio del Concertone del Primo Maggio a chi non c’è più: un lutto che ha segnato la musica italiana
Per quanto riguarda i due conduttori, la scelta di Ermal Meta di improvvisare “Hallelujah” di Leonard Cohen in apertura per salvare il salvabile visti i problemi tecnici, e il monologo “femminista” di Noemi un po’ riequilibrano qualche passo falso e la poca brillantezza nel presentare gli ospiti di una lunghissima kermesse. Promosso infine anche il pubblico, più forte della pioggia battente e dei problemi tecnici.
In apertura di concerto, abbiamo vissuto uno dei momenti più intensi, con l’omaggio a un grande giornalista musicale, forse il più importante della sua generazione, ovvero Ernesto Assante. Per tanti anni inviato di “Repubblica” negli eventi musicali che contano, si è occupato di musica in maniera critica a 360 gradi: basti pensare che il suo primo libro è dedicato a Bob Marley, l’ultimo a Fedez e Tiziano Ferro.
Non solo dunque morti sul lavoro, da Luana D’Orazio a tutti gli altri, ma ancora una volta il Concertone si dimostra sensibile ad altre tematiche – vedi l’omaggio di Tananai al rapper iraniano Toomaj Salehi, condannato a morte dal regime – ed a lutti che colpiscono appunto la musica, come quello di Assante, scomparso a fine febbraio. “Se ne è andato troppo presto”, ha ricordato il direttore artistico del Concertone, Massimo Bonelli.