Busta paga: arriva l’aumento senza precedenti da 240 euro, finalmente compensi l’inflazione

Lo Stato ha pensato ad alcuni aiuti per le famiglie come un aumento di 240 euro in busta paga. Vediamo chi può usufruirne.

I prezzi sono ormai alle stelle. Con la guerra tra Russia e Ucraina e gli effetti dell’inflazione, tutto costa ancora molto caro, a partire dalle bollette della luce e del gas che hanno raggiunto livelli senza precedenti. A influire negativamente sull’economia globale ci hanno pensato anche le principali borse che hanno sottostimato la crescita delle Nazioni nei prossimi mesi mantenendo elevati i tassi.

Aumenti in busta paga, quali sono le categorie coinvolte
La crisi e la guerra spingono lo Stato a intervenire con aiuti e bonus – fiorenzaoggi.it

L’inflazione è quindi alle stelle e diventa sempre più difficile ottenere un mutuo. Anche i beni di prima necessità sono schizzati al punto che lo Stato italiano ha pensato di correre ai ripari con il trimestre anti-inflazione. Si è deciso quindi di calmierare i costi di alcuni prodotti venduti nei supermercati per venire incontro alle famiglie. Inoltre sono stati introdotti bonus destinati a persone in difficoltà economica e con un Isee basso. Tutte misure per le categorie più fragili.

Arriva l’aumento di 240 euro in busta paga: le categorie coinvolte

I bonus riguardano qualsiasi settore. C’è infatti quello dedicato alla ristrutturazione della casa, con rimborsi sul cambio di caldaia per migliorare l’efficientamento energetico, quello sui trasporti con una detrazione delle spese dell’abbonamento ai mezzi pubblici, quello per l’acquisto di mezzi elettrici come bici e monopattini. Alcuni lavoratori poi potranno beneficiare di un aumento in busta paga di 240 euro.

240 euro in più per i presidi
Firmato un nuovo contratto, una buona notizia per i presidi -fiorenzaoggi.it

È stato infatti firmato un accordo tra l’Aran e tutte le organizzazioni e confederazioni sindacali che riguarda un aumento previsto per circa 6.500 unità di personale tra dirigenti della Scuola, dell’Università, dell’Afam, della Ricerca. Una buona notizia per i presidi italiani dato che il nuovo contratto prevede aumenti medi del 3,78%, pari a 240 euro. Di questi, 195 sono sulla retribuzione fissa e 45 euro sono legati alla parte variabile.

Si tratta di un aumento valido per chi aveva un contratto nel triennio 2019-2021. L’ipotesi prevede un aumento mensile di +84 euro da gennaio 2019, che viene ricalcolata anno in anno e che diventa di +130 euro nel 2020 e dal’1 gennaio del 2021, +135 euro. Il nuovo valore a regime annuo lordo per 13 mensilità dello stipendio tabellare è rideterminato così: si passa da 45.260,73 euro a 47.015,73 euro.

Tra le novità previste nell’accordo, c’è anche l’introduzione della figura del mentor, un dirigente o professionista esperto che viene chiamato ad affiancare il personale neoassunto. Esso lavorerà su base volontaria. Prossimamente si lavorerà per estendere questi aumenti anche al personale docente e Ata.

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