Assegno di inclusione e spese consentite: si può usare anche all’estero? Cosa dice la legge a tal proposito
Ricevere l’assegno di inclusione prevede di rispettare una serie di regole legate al suo impiego per effettuare determinati tipi di acquisti. Questo beneficio infatti, oltre ad essere erogato sulla base di specifici requisiti legati al reddito del nucleo familiare, è soggetto ad una serie di vincoli in merito alle spese da effettuare.
Ma non solo, perché chi lo riceve deve sottoscrivere una sorta di patto che prevede, tra le altre cose, l’obbligo a prendere parte a un programma personalizzato di inclusione sociale e lavorativa. Occorrerà dunque presentarsi con regolarità presso i servizi sociali locali, pena la perdita del sussidio. Cerchiamo di capire, a tal proposito, se la somma ricevuta si può impiegare anche per effettuare spese all’estero.
Assegno di inclusione, spese all’estero consentite o no?
Iniziamo col sottolineare che la platea dei beneficiari dell’Assegno di inclusione è composta da oltre 737mila famiglie. I principali requisiti sono legati al valore Isee, che deve risultate non superiore a 9.360 euro e alla presenza; all’interno del nucleo familiare ci devono essere almeno un minorenne o un over 60, o una persona assistita dai servizi sociali o da un familiare affetto da disabilità. Inoltre bisogna essere cittadini italiani oppure dimostrare di avere la residenza nel Belpaese da almeno cinque anni.
Solo rispettando queste condizioni il contributo annuale che il Ministero dell’Economia ha messo a punto di concerto con il Ministero del Lavoro inizierà ad essere erogato .L’importo massimo è pari a 6.000 euro ma vi è la possibilità di ricevere, ai fini del pagamento dell’affitto, di una maggiorazione.
Di fatto l’importo massimo può arrivare a 10.920 euro l’anno con 7.560 euro erogati nel caso di famiglie con persone over 67 o disabili gravi e non autosufficienti, ai quali viene aggiunta un’integrazione massima di 3.360 euro per i nuclei familiari che devono sostenere le spese relative al canone di locazione. L’erogazione del sussidio ha una durata di 18 mesi e potrà poi essere rinnovato per ulteriori 12 mesi mentre gli importi vengono corrisposti mediante una prepagata emessa da Poste Italiane chiamata Carta di Inclusione.
Con queste somme i beneficiari potranno acquistare numerosi beni di prima necessità ma anche impiegarle per usufruire di molteplici servizi. Il prelievo in contanti consentito ogni mese è pari a 100 euro (somma che viene moltiplicata per la scala di equivalenza dell’assegno di inclusione stesso). La somma può essere dunque spesa in supermercati, negozi di alimentari ma anche farmacie e parafarmacie (convenzionate con il circuito Mastercard).
I soldi dell’assegno possono essere spesi anche per il pagamento delle bollette e per accedere a tanti servizi specifici. Ma attenzione: vi sono beni esclusi come ad esempio le sigarette e tutti i prodotti del tabacco, i giochi d’azzardi, gli alcolici e i giochi pirotecnici, le imbarcazioni da diporto e molto altro. Inoltre, per rispondere alla domanda iniziale, non è consentito usare l’assegno di inclusione per effettuare acquisti online oppure all’estero.