Ha fatto scalpore, e destato ampia preoccupazione, la rivelazione di un quotidiano su quanto accaduto all’ex compagno del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, Andrea Giambruno. Tutti i dettagli
“Gli accertamenti svolti escludono il coinvolgimento dei Servizi”. E ancora, “La sicurezza del presidente Meloni non è mai stata a rischio”. Con queste frasi, solo in apparenza, burocratiche, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega alla cybersicurezza, alle politiche antidroga e soprattutto responsabile dell’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano, ha liquidato una vicenda oscura e complessa.
La vicenda è afferente ad un caso avvenuto nella notte a cavallo tra il 30 novembre ed il 1 dicembre 2023 ma emerso solo in questi giorni grazie alle rivelazioni di un quotidiano romano. I fatti. Al tempo, da poco più di un mese, dal 20 ottobre per la precisione, la relazione tra il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il compagno, il giornalista Andrea Giambruno si è interrotta. Parliamo di una relazione durata 9 anni e dalla quale nel 2016 è nata la piccola Ginevra.
Il giallo dell’auto di Andrea Giambruno
Nonostante la separazione i rapporti sono civili e spesso quando la Meloni è in missione, Giambruno dorme nella casa comune sita nel quartiere Torrino a Roma Sud. La notte in questione il giornalista è a casa e come sempre lascia la Porsche parcheggiata di fronte alla villetta. Ma accade un fatto singolare. All’auto si avvicinano due soggetti che con torcia e luce del cellulare verificano cosa c’è nell’auto.
Prontamente interviene la pattuglia della Polizia che normalmente sorveglia la villetta. I due soggetti però si qualificano come colleghi e, senza mostrare il distintivo si dileguano. Su quanto accaduto, accaduto, ovviamente e da regolamento viene compilato un rapporto. Rapporto che arriva in copia alla Digos, al capo del Polizia, Vittorio Pisani, al ministro dell’Interno del Governo Meloni, Matteo Piantedosi, alla stessa Presidente del Consiglio e ovviamente ad Alfredo Mantovano.
La questione Servizi Segreti
Mantovano che, come accennato, ha poi riferito al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, l’organo del Parlamento che controlla l’operato dei servizi segreti italiani, lo stato dell’arte. Specificando, come accennato, che i due soggetti sorpresi ad armeggiare intorno all’auto di Giambruno non erano membri dei servizi segreti e che la Premier, quel giorno a Dubai, non ha corso rischi.
Verosimilmente si trattava di due ladri in cerca di bottino. Ma resta un tema irrisolto, in particolare, secondo quanto riferisce il quotidiano che ha rivelato la notizia, sulla mancata nomina di Giuseppe Del Deo alla guida dell’AISI, l’Agenzia Italiana per la Sicurezza Interna. Nomina che, sempre secondo le rivelazioni, sarebbe saltata proprio in seguito alla vicenda.