Un nuovo report del Centro Studi di Unimpresa mette in luce una crescente desertificazione bancaria in Italia. Le cifre impressionanti
La desertificazione bancaria rappresenta una minaccia sempre più evidente per l’accesso ai servizi finanziari e per l’economia locale in Italia. Addirittura, secondo un recente report, sarebbero oltre 3.000 i comuni italiani che non hanno sportelli bancari.
Negli ultimi anni, l’Italia ha visto una significativa riduzione del numero di filiali bancarie sul proprio territorio. Secondo dati recenti, tra il 2014 e il 2023, il Paese ha perso oltre 10.000 sportelli bancari, con una diminuzione del personale bancario di oltre 42.000 unità. Questo fenomeno ha colpito comunità in tutto il Paese, lasciando milioni di persone senza accesso diretto ai servizi finanziari essenziali.
Le cause di questa tendenza sono molteplici e complesse. Tra i fattori chiave vi sono le richieste della vigilanza europea, che impongono alle banche di migliorare la loro redditività e ridurre i costi operativi. Inoltre, interventi normativi come la riforma delle banche popolari e i salvataggi bancari a seguito di dissesti finanziari hanno contribuito alla riduzione delle filiali.
La chiusura di filiali bancarie ha conseguenze significative per le comunità locali. Molte persone, soprattutto nelle aree rurali o meno sviluppate, dipendono fortemente dalle filiali bancarie per accedere a servizi finanziari fondamentali come prestiti, conti correnti e servizi di pagamento. Senza questi servizi, le persone rischiano di essere escluse dal sistema finanziario e di avere difficoltà ad accedere al credito.
Allarme Banche: cittadini in difficoltà, oltre 3 mila comuni italiani non hanno gli sportelli
Un nuovo report del Centro Studi di Unimpresa mette in luce una crescente desertificazione bancaria in Italia, con la chiusura di migliaia di sportelli e una significativa riduzione del personale bancario nel corso degli ultimi dieci anni. Nel decennio tra il 2014 e il 2023, gli sportelli bancari hanno subito un calo di 10.579 unità. Mentre i dipendenti del settore sono diminuiti di 42.170 e le banche di 236.
A livello nazionale, questo si traduce in 4,5 milioni di persone che vivono nei 3.312 comuni privi di un’agenzia bancaria e oltre 1 milione di imprese e partite IVA che si trovano senza il supporto bancario. Nel 2023, le filiali bancarie erano 20.161, in calo del 3,93% rispetto all’anno precedente. La Lombardia è stata la regione più colpita dalla riduzione delle filiali bancarie, registrando la chiusura di 203 sportelli (-4,96%) nell’arco di un anno, passando da 4.094 nel 2022 a 3.891 nel 2023.
Tuttavia, l’impatto della razionalizzazione delle reti bancarie si è esteso su tutto il territorio nazionale, con una variazione negativa osservata anche in altre regioni. Nel Nord Italia, il Piemonte ha registrato la chiusura di 68 sportelli (-4,01%) nell’ultimo anno, passando da 1.694 a 1.626. In Valle d’Aosta, la riduzione è stata minore, con la chiusura di una filiale (-1,47%), portando il totale da 68 a 67.
Anche nelle altre regioni del Nord, come la Liguria (-3,44%), il Trentino Alto Adige (-3,17%), il Veneto (-2,95%), il Friuli Venezia Giulia (-2,05%), e l’Emilia Romagna (-2,67%), si è registrata una diminuzione del numero di sportelli. Nelle regioni del Centro-Sud Italia la tendenza alla riduzione è proseguita. In Toscana, ad esempio, sono stati chiusi 60 sportelli (-3,82%), portando il totale da 1.572 a 1.512.
Anche in Umbria (-3,80%), nelle Marche (-6,91%), e nel Lazio (-3,98%) si è osservato un significativo calo del numero di filiali bancarie. Nelle regioni meridionali e insulari, come Campania (-3,97%), Puglia (-2,51%), Sicilia (-5,10%), e Sardegna (-4,11%), così come in Basilicata (-3,49%) e in Calabria (-4,27%), la riduzione delle filiali bancarie ha continuato a incidere sul territorio, con la chiusura di numerosi sportelli.
