Alessandro Di Battista non si smentisce mai e nonostante non faccia più politica attiva non manca di sfidare gli avversari
Una famosa frase del filosofo tedesco Karl Marx sottolineava come tutti i grandi fatti e i grandi personaggi della Storia “Si presentano due volte”. La prima volta in forma di tragedia, la seconda volta come farsa. Un ragionamento completamente sovrapponibile alla politica italiana, che in più di un’occasione ha dimostratto, in modo plastico, come l’affermazione sia vera.
L’ultima della serie ha riguardato i “gemelli diversi” del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, dallo stesso Beppe Grillo paragonati ai gemelli della Democrazia Cristiana Anni 80 e Anni 90, ovvero Pierferdinando Casini e Marco Follini. Ma mentre i secondi hanno attraversato la storia della politica italiana lasciando anche tracce importanti del loro passaggio, nel caso dei gemelli grillini si ricorda davvero poco o nulla.
E quello che si ricorda spesso assume più il tono della farsa. Basti pensare alla parabola di Luigi Di Maio passato in pochi anni dal ruolo di precario a quello di Ministro degli Esteri fino all’attuale incarico di Rappresentante Speciale dell’Unione Europea per il Golfo Persico senza particolari meriti.
La vene polemica di Alessandro Di Battista
Non è troppo diversa la parabola di Alessandro Di Battista, parlamentare dal 2013 al 2018, grande protagonista dell’ascesa del Movimento 5 Stelle, star assoluta della campagna per il NO al Referendum per la Riforma Costituzionale chiamato da Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, ma poi di fatto scomparso dai radar della politica che conta.
Sostanzialmente due “grandi promesse” non mantenute anche se, Alessandro Di Battista, continua a far parlare di sè nel nuovo ruolo di giornalista, attivista ed opinionista, bastian contrario a tutti i costi. L’esempio più calzante deriva dalle continue ospitate in talk show dedicati alla politca dove tra un post, un tweet, una diretta Instagram e un passaggio su Twitch, discetta a vario titolo di Guerra, prezzo delle benzina e Celebrazioni Istituzionali.
L’attacco frontale alla Premier Giorgia Meloni
E proprio su questo ultimo tema è scivolato su una frase decisamente non consona alla grammatica istituzionale e al galateo politico. Parlando di quanto accaduto in RAI sul monologo di Antonio Scurati per il 25 Aprile, Di Battista, peraltro figlio di un consigliere comunale del Movimento Sociale Italiano, lo stesso antenato dell’attuale partito della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, si è lasciato scappare una frase nel corso della trasmissione de La 7 condotta da Giovanni Floris “Di Martedì” .
“Giorgia Meloni è una paracula”. Volendo cosi significare che la Premier aveva gestito la vicenda della mancata messa in onda del monologo in modo furbo e scaltro. “Paracula” nello slang romanesco indica appunto una persona furba ma gli altri telespettatori non avvezzi alle vicende romane l’hanno intesa come un insulto. A sottolineare la vicenda è stato lo stesso conduttore con una frase a metà tra la tragedia e la farsa “Il romano è ormai slang istituzionale, però…”. Corsi e ricorsi storici verrebbe da dire