L’ultima trovata del ministro Lollobrigida per promuovere il Made in Italy è l’obbligo di introdurre un piatto di formaggi nostrani nei menù dei ristoranti.
Come potremmo equipararci allo standard francese e come potremmo fare a promuovere uno dei baluardi dell’italianità, i prodotti caseari? È probabilmente a partire da questi quesiti che il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida ha avanzato una peculiare proposta: quella di inserire obbligatoriamente un piatto di formaggi nei menù dei ristoranti.
“Questa idea porta con sé un aumento del valore: fa crescere la filiera, alza il valore del latte, un po’ come è avvenuto con Grana e Reggiano“, ha affermato il ministro nel corso di un’intervista per il Gambero Rosso. La rivista specializzata in enogastronomia, infatti, è stata la prima a riportare la notizia, emersa durante la partecipazione del ministro alla fiera enogastronomica Vinitaly, tenutasi recentemente a Verona.
Per attuare questo piano il ministro sta collaborando con numerose associazioni, compresi Confcommercio e Confesercenti. Per questo ha dichiarato: “Vorrei imporre un piatto dedicato al formaggio nei menu degli esercizi di ristorazione. Non il formaggio che accompagna, ma il formaggio che è il piatto“.
In Italia in effetti la produzione casearia ricopre un ruolo fondamentale nell’economia. Basti pensare che si producono circa 2 milioni di quintali all’anno, con un consumo pro capite di circa 23 chilogrammi l’anno. In questo contesto si inseriscono i prodotti DOP e IGP, ad esempio Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Asiago, ma anche mozzarella di bufala campana, Pecorino Romano e numerosi altri. Il casu marzu (il formaggio coi vermi), ad esempio, è uno degli alimenti più tossici al mondo e si produce in Sardegna, con grande vanto nazionale e internazionale.
Nei ristoranti questi prodotti sono offerti solo in parte e spesso non costituiscono parte integrante del menù. Sarà per questo che il ministro Lollobrigida ha deciso di puntare sulla promozione dei prodotti caseari nella ristorazione? La speranza è quella di diffondere il Made in Italy, equiparandoci allo standard francese (i Francesi, in effetti, sono i più fedeli consumatori di formaggio, attestandosi su uno standard pro capite di 25,9 chilogrammi l’anno).
E dal momento che i dati per l’export di formaggi italiani per l’Europa e per il mondo sono in aumento (si parla di un +6,4% per l’Europa e +19,3% nel mondo), la proposta di Lollobrigida potrebbe essere un ulteriore passo verso il raggiungimento di risultati strabilianti.
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