Tanti lavoratori hanno paura ad ammalarsi: temono che la malattia abbia un impatto negativo su contributi pensionistici, Tfr e permessi.
L’Italia è quel Paese dove la malattia è un rischio non solo dal punto di vista sanitario. La malattia può avere infatti un impatto significativo per quanto concerne pensione, emolumenti, contributi previdenziali, permessi, ferie e TFR (trattamento di fine rapporto). Il dubbio di tantissimi italiani è appunto questo: durante l’assenza per motivi di salute, il lavoratore continua a maturare tutti i diritti a livello economico e previdenziale?
Di base, ogni lavoratore sa che nulla è assoluto. Per esempio non è assoluto il diritto alle ferie, ai permessi, alla maturazione della tredicesima e della quattordicesima e di tutti quei contributi previdenziali che incidono tanto sul raggiungimento della pensione e del TFR.
Ciò significa che in certe circostanze, l’assenza dal lavoro può implicare delle conseguenze dirette a livello economico e contributivo su certi diritti come appunto i permessi e la pensione. Per esempio non si maturano ferie con i permessi e le aspettative non retribuite e per le aspettative legate allo svolgimento di funzioni pubbliche o cariche sindacali. Lo stesso vale per gli scioperi.
E cosa succede in caso di malattia? I giorni di assenza di un lavoratore ammalato sono considerati validi per la maturazione di tutti quei diritti previdenziali e di quegli emolumenti che poi incidono sulla retribuzione? La risposta è che dipende dai casi.
Innanzitutto bisogna vedere se il lavoratore in questione ha stipulato un contratto di lavoro dipendente a tempo determinato o indeterminato. Altri tipi di contratto non danno garanzie sul TFR, le ferie e i permessi. In generale, durante i periodi di malattia, il diritto alla pensione e al TFR maturano comunque.
Anche in caso di assenza per malattia, la retribuzione viene coperta in parte dall’INPS e dall’INAIL e in parte dal datore di lavoro, con garanzie sui permessi, la pensione (i contributi figurativi) e il TFR. In genere, i primi tre giorni di malattia sono a carico del datore di lavoro.
Poi, a decorrere dal quarto giorno di malattia, arriva l’indennità sostitutiva erogata dall’INPS che è pari al 50% della retribuzione media giornaliera. Questa cosa va avanti fino al ventesimo giorno. L’indennità erogata dall’Inps sale al 66,66% dal ventunesimo al centoventesimo giorno.
Durante la malattia, l’INPS riconosce i cosiddetti contributi figurativi, che sono accreditati automaticamente senza necessità di versamenti. In questo senso la malattia non influisce negativamente su ferie, TFR e diritti pensionistici. Il diritto ai permessi ROL (ferie e permessi in genere) matura anche nei periodi di malattia. Nel corso delle assenze per malattia maturano anche la tredicesima e la quattordicesima.
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