Un bambino è finito in coma dopo aver mangiato del formaggio: nessuno ci poteva credere. Ma come è potuto succedere?
La vita dei bambini deve essere salvaguardata ad ogni costo. E dato che serve del tempo per imparare, è necessario che siano seguiti. I genitori hanno il compito di farlo fino all’età adulta. In questo modo si assicurano che stiano bene e che crescano correttamente.
Non è andata così con un bambino che si trova in condizioni gravissime. Questa è la storia del figlio di Gian Battista Maestri, il geometra 49enne e padre di Mattia. Parliamo del bimbo di 4 anni che nel 2017 finì in coma a causa di un pezzo di formaggio. Era stato prodotto con del latte crudo di un caseificio sociale di Coredo, in Val di Non. Le analisi avevano confermato la presenza dell’Escherichia Coli, un pericoloso parassita. Ma come è potuto succedere?
Anche se poteva essere curato, la pediatria di quel tempo non era intervenuta. Si era rifiutata di valutare il suo caso sostenendo di essere troppo stanca. Dopo quell’avvenimento la dottoressa è stata rinviata a giudizio per lesioni e rifiuto di atti d’ufficio. Coloro che gestivano il caseificio, cioè Lorenzo Biasi e Gianluca Fornasari, sono stati condannati dal giudice di pace con una multa di soli 2.478 euro.
Ma tutto ciò non basta a dare pace ai genitori. Questo perché la Procura, dopo gli accertamenti, ha svelato una dura verità. Se in quei tre giorni la pediatra avesse eseguito il suo lavoro, sarebbe stata in grado di verificare il problema. Avrebbe portato alla scoperta della Seu con tre giorni in anticipo, quanto bastava per diagnosticare l’Escherichia Coli a Mattia. La colpa principale resta del caseificio, i cui proprietari sono stati condannati come abbiamo detto in precedenza.
I genitori del ragazzo, che ora ha 11 anni, continuano a supportarlo. Ha bisogno di ricevere 47 farmaci durante il giorno. Uno ogni ora e mezza nello specifico. Gli è stato insegnato in che modo occuparsi di lui durante la giornata. La madre e il padre, nella speranza di riabbracciare il figlio, hanno lasciato il lavoro. La tragedia che ha colpito questa famiglia non cessa di esistere purtroppo. E non si sa quando si sveglierà Mattia dato che la malattia sta progredendo lentamente.
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