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Politica

Flop del Fisco amico: molti non pagano la rottamazione quater, il motivo è questo

Il Fisco amico si è rivelato fino ad oggi un flop. In molti non pagano la rottamazione quater, e il motivo è questo.

Lo scorso 20 marzo si è chiusa ufficialmente la finestra utile per permettere ai contribuenti di versare le prime due rate della sanatoria delle cartelle esattoriali. Un aiuto in più, pensato per chi le aveva saltate a fine 2023. Si è trattato di un condono del Fisco, con l’obiettivo di recuperare i cosiddetti “decaduti” e che andava a riguardare il 45% di coloro che avevano aderito al Fisco amico.

Flop del Fisco amico, i numeri sono impietosi – Fiorenzaoggi.it

Ma secondo i dati emersi, l’iniziativa si è rivelata un flop totale. Pare infatti che solo la metà dei contribuenti ha versato le due rate restanti per sanare le cartelle esattoriali. Il Governo si attendeva una cifra intorno ai 5 miliardi di euro col decreto Milleproroghe. Ma alla fine, nelle casse sono arrivati poco più di 3 miliardi. Una cifra che ha aperto un buco di bilancio per lo Stato. Un flop già annunciato che ora solleva ancor più dubbi sulla rottamazione quater.

La rottamazione quater è stata un flop: i numeri lo certificano

Una sorta di ultima spiaggia, che non è andata come previsto. Il Fisco ora ha il compito di chiedere gli arretrati a tutti coloro che non hanno rispettato la rottamazione quater in una soluzione unica. E non solo, perché saranno inclusi anche gli oneri accessori.

Ecco perché la rottamazione quater non ha funzionato – Fiorenzaoggi.it

La rottamazione quater riguarda nello specifico tutti i carichi affidati all’Agenzia delle Entrate nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2020 e il 30 giugno 2022. E ad essere incluse sono anche le cartelle non ancora notificate. Ad essere interessati dal provvedimento di rateizzazione e di sospensione sono anche coloro la cui misura agevolata precedente è decaduta per il mancato, tardivo o insufficiente versamento di una delle rate.

Ad essere escluse sono le somme dovute a titolo di recupero degli aiuti idi Stato. Ma anche i crediti derivanti da pronunce di condanna della Corte dei conti, le multe, le ammette e le sanzioni pecuniarie legate a provvedimenti e sentenze penali di condanna. La speranza per il Governo è che questa decisione porti ai risultati sperati.

Così da poter sanare il buco che si è formato nelle casse, visto il mancato rientro pari a circa 2 miliardi di euro. Se ne riparlerà al termine del periodo utile per permettere ai contribuenti di sanare il proprio debito a livello di cartelle esattoriali. Ma per ora, il Fisco amico si è rivelato un flop totale con ben pochi precedenti.

Pasquale Conte

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