I beneficiari dell’Assegno di inclusione possono tirare un sospiro di sollievo: ecco l’ultima comunicazione del Ministero del Lavoro.
Di questi tempi sono in tante le famiglie in difficoltà e che contano su un aiuto fondamentale come l’Assegno di inclusione per far quadrare i conti. E molti dei beneficiari di questa prestazione hanno corso il rischio di vedersela sospendere, per via di un inghippo legato al complesso di calcolo delle scadenze. Il Ministero del Lavoro ha deciso di diramare un’apposita nota per fare chiarezza al riguardo: ecco i punti salienti.
Le famiglie che percepiscono l’Assegno di inclusione e che non sono state ancora convocate dai servizi sociali del Comune di residenza avranno più tempo per evitare la sospensione dei pagamenti. Il Ministero del Lavoro ha infatti rivisto (almeno in via temporanea) il termine da cui decorre la scadenza dei 120 giorni entro cui i beneficiari devono presentarsi presso i servizi sociali per la valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo, con conseguente sottoscrizione del Patto di inclusione. Ma entriamo più nei dettagli della nota ministeriale.
La norma originaria prevede che i 120 giorni siano considerati a partire dalla data in cui è stato sottoscritto il Patto di attivazione digitale sulla piattaforma Siisl, che solitamente coincide con la presentazione della domanda di Adi. E considerando che le prime domande sono state inviate dal 18 dicembre scorso, per alcune famiglie il termine per evitare la sospensione dei pagamenti stava per scadere.
Anche alla luce delle difficoltà riscontrate specialmente da alcuni Comuni nella fase iniziale, il Ministero del Lavoro ha deciso di intervenire per evitare che a ridosso della scadenza prevista le famiglie non ancora convocate prendano d’assalto gli uffici comunali, concedendo più tempo per questo primo fondamentale adempimento.
Con la nota n. 6062 datata 28 marzo 2024, dunque, il Ministero del Lavoro ha stabilito che per tutte le domande presentate entro il 29 febbraio scorso il termine dei 120 giorni va calcolato a partire dalla data di invio del flusso delle domande Adi sulla Piattaforma Gepi, e non più dalla sottoscrizione del Pad.
Per il primo flusso di domande, dunque, il termine decorre dal 26 gennaio, e la scadenza entro cui presentarsi presso i servizi sociali (anche in assenza di convocazione da parte degli stessi) si sposta al 25 maggio prossimo. Da precisare che si tratta solo di una deroga – e non di un cambiamento definitivo – per dare anche modo ai servizi sociali di smaltire le pratiche accumulate nelle fasi di avvio dell’Assegno di inclusione.
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